Quanto è complicato capirci qualcosa di tutta questa vicenda. Ci sono voci contrastanti, spesso del tutto in opposizione le une rispetto alle altre, e non se ne esce.
Barbara Lezzi difende il suo emendamento contro l’immunità, il PD e Renzi balbettano di fronte all’evidenza del loro voto, Calenda accusa tutti costoro e si offre di dare una mano su Twitter, Emiliano tuona contro i ricatti della multinazionale, Salvini dice che “un operaio dell’Ilva vale dieci Balotelli”.
Tutti vanno in TV e parlano, si scannano, raccontano la loro versione. Renzi fa ufficialmente il nuovo Berlusconi promettendo di portare una nuova cordata, Salvini cerca ancora di alimentare l’odio e di dividere le persone e i lavoratori ma non ha uno strascico di idea, i 5 Stelle crollano di fronte a questo loro emblematico fallimento.
Intanto ci sono oltre 10mila lavoratori che non hanno risposte, da troppo tempo. Intanto c’è una fabbrica tossica, che ha provocato sofferenze e lutti per migliaia di cittadini di Taranto.
È probabile: questa di Ancelor-Mittal non è altro che una scusa di fronte ai cambiamenti di scenario nel mercato dell’acciaio. Probabilmente si sono fatti due conti e hanno visto che questa patata bollente non volevano prendersela.
Ma resta l’incapacità assoluta della politica di innovare, avere una visione di lungo termine, dare risposte ai cittadini e ai lavoratori.
E resta un fatto: i 5 Stelle avevano promesso la chiusura dell’ILVA o la sua decarbonizzazione, raccogliendo alle ultime elezioni politiche il 47 per cento dei voti a Taranto.
Perché in tutti questi anni, invece di voler arraffazzonare soluzioni per conservare l’esistente, non si è avuto il coraggio di immaginare un futuro diverso per l’ILVA di Taranto? Perché non si sono fatti investimenti e non si è avviata una riconversione ecologica che salvaguardasse salute e occupazione?
Tutti parlano, tutti si rinfacciano le accuse a vicenda. Ma ieri ho letto di un Ministro che – di fronte a questa situazione – ha deciso di smettere di parlare e di mettersi a lavorare più di prima. Ed è il Ministro per il Sud, Peppe Provenzano.
Il suo è stato l’unico intervento che ho apprezzato, fra tutti quelli che ho letto. E così, un briciolo di fiducia mi rimane. Che qualcuno faccia tornare la politica. Che qualcuno faccia tornare lo Stato innovatore di cui ci sarebbe bisogno.