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Negli anni ’20 del 2000 vogliamo poter fare politica, anche senza essere ricchi

Questo weekend a Bologna si tiene una tre giorni del Partito Democratico – che culminerà con l’assemblea nazionale di domenica – intitolata “Tutta un’altra storia”.

Dalla sostenibilità al lavoro, dall’economia ai saperi, dalla lotta alle disuguaglianze all’innovazione. Si parlerà di molto, e si avvierà un percorso di riforma del Partito, a partire dalla modifica della Statuto nazionale.

Ci sono tante cose che andrebbero sottolineate, e io vorrei citarne una sola, alla luce del fatto che tanti di noi – studenti o giovani lavoratori – a Bologna non ci andranno, per il semplice fatto che non vogliono o non possono pesare eccessivamente sul bilancio della famiglia.

È un discorso delicato, ma voglio affrontarlo qui, con grande semplicità.

Sono scelte, dirà qualcuno. Certo, sono scelte. Ma 300€ circa fra treni, vitto e alloggio non sono pochi. E ci si ritrova costretti ad andare in giornata – svuotando di senso l’esperienza – o a dire di no.

Potete organizzarvi in gruppo, si dirà. Certo, si può fare. Ci si può improvvisare agenzia di viaggio e strappare 30 o 40 € in meno a testa. Ma poi il prezzo rimane comunque troppo alto per alcuni, altri ti dicono che alla fine non riescono ad esserci, e ti ritrovi a spendere più di quanto avresti speso da solo.

Alla fine, ti dici che tutto sommato la tua presenza non è indispensabile, che il tuo contributo è secondario e che la presenza lì sarebbe puramente simbolica. Quindi rinunci.

Ecco cancellato il valore stesso dell’iniziativa.

Negli anni ’20 del 2000 vogliamo che la politica ritrovi la forza di affermare il valore della democrazia e il ruolo pubblico dei Partiti, di tutti i Partiti.

Negli anni ’20 del 2000 vogliamo che nessuno debba dipendere dalle elargizioni dei capobastone o dai contributi poco trasparenti dei privati per poter fare politica.

Negli anni ’20 del 2000 la partecipazione non deve essere sotto il giogo della disponibilità economica, ma dipendere esclusivamente dalla volontà di impegnarsi.

Negli anni ’20 del 2000 – se vogliamo salvare la democrazia da chi vuole distruggerla – dovrà tornare un finanziamento pubblico, regolamentato e trasparente, ai Partiti politici.

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