Fra le mille prove dell’efficacia politica del movimento Fridays For Future una delle più significative è sicuramente il borbottio indistinto dei paternalisti che con la loro insopportabile e insostenibile spocchia tentano in ogni modo di screditare la causa della nostra battaglia.
Ho chiaro ogni giorno di più quanto fondamentale sia il compito della nostra generazione, di fronte agli opposti conservatorismi dei puristi che predicano di fronte ad un pianeta che la loro generazione ci ha lasciato in fiamme, e dei negazionisti che ci dicono che ci sono cose ben più importanti a cui pensare.
I primi ci raccontano che questa è tutta una stupida campagna di marketing, che invece di perdere tempo in piazza con slogan superficiali bisognerebbe studiare. Ci fanno la predica, spiegandoci che stiamo dimenticando i più deboli, sulle spalle dei quali vorremmo scaricare la nostra borghesissima transizione ecologica.
Se scendessero dal piedistallo, scoprirebbero che in questa battaglia non c’è nulla di superficiale, che il legame inscindibile fra giustizia climatica e giustizia sociale è chiarissimo ai giovani che organizzano queste mobilitazioni, che in tutto il mondo, in paesi lontanissimi dal nostro, ci sono ragazze e ragazzi che stanno scendendo in piazza. Capirebbero che questa massiccia mobilitazione vuole incidere pesantemente sulla narrazione dei media, perché riconosce il potere fondamentale della comunicazione nel nostro tempo.
Mentre i secondi, i negazionisti, non riescono ad alzare lo sguardo dal loro ombelico, e si ostinano a negare l’evidenza.
Pazienza, questa battaglia serve per salvare anche ciascuno di loro, ciascuno dei loro figli e dei loro nipoti.
I loro figli, che magari sono scesi in piazza nonostante il borbottio dei padri. Che magari lo hanno fatto con poca consapevolezza, trascinati dagli amici. Che magari proprio lungo il corteo si sono posti qualche domanda, hanno imparato qualcosa di nuovo e hanno scoperto che sì, forse per questa causa vale davvero la pena di lottare.
Non c’è nulla di più triste del paternalismo dei conservatori. Ma più il loro brusio emerge, più possiamo riconoscere che l’operazione di spostamento dell’agenda politica e mediatica sta funzionando.
Io qui vorrei fare un solo ulteriore appello a te che leggi, amico mio, soprattutto se appartieni a questa generazione derisa. Scendiamo in piazza, manifestiamo, chiediamo di agire, occupiamo la scena e dettiamo l’agenda.
Ma chi può, chi vuole, faccia un passo avanti, e si metta nei Partiti. Si metta a lottare per conquistare le leve del potere al più presto, perché chi oggi le occupa senta ancora di più il peso di chi gli chiede di agire.
Mentre chiediamo di agire, facciamo di tutto per essere noi ad assumerci la responsabilità di farlo.
Così forse anche il paternalismo dei conservatori sarà sconfitto. E forse riusciremo a salvare il pianeta.