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Tassiamo i super ricchi: finanziamo un vero Green New Deal

Nel nostro paese ci sono quasi 400mila milionari, di cui circa 1700 possiedono un patrimonio superiore ai 100milioni di euro, e fra di loro ci sono 35 miliardari.

Contemporaneamente, ci sono 5 milioni di persone in condizione di povertà, e di anno in anno la distanza fra chi è più ricco e chi è più povero aumenta in termini economici e di opportunità. Secondo l’ultimo rapporto Oxfam, chi oggi nasce nel 10% più povero della popolazione ha bisogno di cinque generazioni per arrivare a percepire il reddito medio nazionale. Attenzione, non è solo un problema legato alla disoccupazione: nel 2018 il 13% dei giovani sotto i 29 anni faceva parte di una famiglia il cui reddito era del 60% inferiore alla media.

Non basta nemmeno laurearsi, e lo sappiamo bene: l’anno scorso 1,8 milioni di laureati erano impiegati in mansioni che richiedevano un titolo di studio inferiore.
Di fatto chi oggi in Italia nasce ricco, rimane ricco, e chi nasce povero, rimane povero.

La questione delle disuguaglianze nel nostro paese è davvero di stringente attualità, e andrebbe affrontata con una radicalità senza precedenti. Se la ricchezza è distribuita in maniera così follemente diseguale, se le opportunità che ne conseguono sono diseguali, se questo livello di disuguaglianza si cristallizza in una pressoché totale assenza di mobilità, allora l’estrema ricchezza diventa l’altra faccia del problema della povertà.

Ecco perché non ho mai capito – e mai capirò – perché in qualunque intervista e campagna elettorale, tutti i politici di qualunque Partito escludano a priori un intervento sui patrimoni.

Perché non si può fare un’operazione concreta di giustizia sociale, per ridurre le disuguaglianze laceranti del nostro paese?

A volte, in fondo, basta copiare.
Nei giorni scorsi il Senatore del Vermont Bernie Sanders ha presentato la sua “tassa sul benessere estremo”. Come funziona il piano? Viene descritto così:

“Si tratta di un’imposta con struttura progressiva che si applicherebbe allo 0,1% della popolazione, le 180mila famiglie più ricche.
Inizierebbe con una tassa dell’1% sul patrimonio netto superiore a $ 32 milioni per una coppia sposata. Perciò, una coppia sposata con $ 32,5 milioni pagherebbe una tassa sul patrimonio di soli $ 5.000.
L’aliquota aumenterebbe al 2% sul patrimonio netto da $ 50 a $ 250 milioni, il 3% da $ 250 a $ 500 milioni, il 4% da $ 500 milioni a $ 1 miliardo, il 5% da $ 1 a $ 2,5 miliardi, il 6% da $ 2,5 a $ 5 miliardi, 7 percento da $ 5 a $ 10 miliardi e 8 percento su ricchezza oltre $ 10 miliardi”.

Proviamo a immaginare una misura del genere anche nel nostro paese. Già solo tassando i 35 miliardari – che insieme contano un patrimonio di quasi 127 miliardi di euro – metteremmo da parte poco meno di 6 miliardi e mezzo di euro in un anno.

Il più ricco di tutti, Giovanni Ferrero, pagherebbe 1 miliardo e trecento milioni di euro di tasse sul suo patrimonio. Una cifra impressionante per noi, una cifra che non avvicineremmo mai nemmeno lavorando per una vita intera. Ma sapete quanto gli rimarrebbe? Oltre 18 miliardi di euro. Capite?

Immaginiamo di tassare solo ed esclusivamente le 1700 persone che possiedono un patrimonio al di sopra sopra dei 100milioni di euro. Non parliamo dell’1%, e nemmeno dello 0,1% più ricco, ma dello 0,003% della popolazione italiana.

A quanto arriveremmo, 8 miliardi di euro circa? Ci basterebbe applicare per 10 anni una misura del genere per portare a casa almeno 50-60 miliardi di euro, con cui finanziare investimenti sostenibili in infrastrutture, trasporti, energia, tutela del paesaggio, scuola, università, ricerca, innovazione e cultura. Significherebbe creare migliaia di posti di lavoro e riconvertire l’economia del nostro paese.

Ne verrebbe fuori un’Italia meno diseguale, più giusta, più sana, più sostenibile.

Bisognerebbe attuare questo piano e proporlo a tutta l’Unione Europea. Bisognerebbe fare una vera battaglia di sinistra.
Ci vorrebbe solo un po’ di coraggio.

3 commenti su “Tassiamo i super ricchi: finanziamo un vero Green New Deal”

  1. Non sono d’accordo. È una buona idea di base, però la progressività porterebbe in realtà la famiglia Ferrero (ad esempio) a dover pagare 2MLD di € di tassa sul patrimonio.. Secondo te sarebbero così contenti di pagarla lasciando i loro sforzi di generazioni in mano ad una classe politica che da decenni si contraddistingue per essere una delle più corrotte al mondo? Tassa di solidarietà sul patrimonio dico si, ma proporzionale no. È facile parlare coi soldi degli altri… “Gliene resterebbero 18” che senso ha! Decidi tu? Non ti darà mai 2 miliardi. E comunque questa proposta era già stata avanzata senza metodo proporzionale con lo 0.8 da Articolo1 (se non erro,non sono sicuro) mi sembra molto equo per tutti. E poi per 10 anni cosa vuol dire? Che ogni anno Ferrero deve sganciare dei miliardi? Follia. Come l’imposta sulle barche, secondo te tizio lascia la barca in Italia dovendo pagare 50mila euro o la ormeggia in Croazia dovendone pagare solo 1000? Che cavolo gliene frega, che sia ormgeggiata in Italia o in Croazia quando ci vuole fare un giro se la fa portare ad Alassio da qualcuno!!!! Il superbollo? Solo i veri miliardari hanno continuato a pagarlo tutti gli altri hanno iniziato a targare i bolidi in Canton Ticino. Tassare il patrimonio dei super ricchi dico si, ci vorrebbe solo un po’ di coraggio dico no, ci vuole ben altro, devi dargli un alternativa e/o un vantaggio sotto altri punti di vista… Tutti i partiti in precedenza, come dici tu, non ci hanno mai pensato, perché sono tutti stupidi?

    1. Mattia Colli Vignarelli

      Caro Enrico,

      Io sono convinto di una cosa molto semplice: chi non ha niente non deve pagare niente, chi ha poco deve pagare poco, chi ha tanto deve pagare tanto. E questo si realizza con la progressività.

  2. Pingback: Perché la tassa sulle auto aziendali è davvero un errore - mcv

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